Le tipiche manifestazioni estive hanno la loro centralità nella festa dell'Assunta (15 agosto), che s'ispira al principio della purificazione per mezzo dell'acqua.
A Roma, fino ai primi del secolo scorso, tutte le domeniche di agosto si allagava piazza Navona: passeggiata in carrozze quasi fossero galleggianti, scherzi di spruzzi vicendevoli o spinte a sorpresa nell'improvvisato lago.
In Sicilia oltre i ceri o cilii, al centro delle feste dell'Assunta, esistono anche forme più antiche, i fuochi: a Piana dei Greci, dopo la processione, si bruciava il “mazzuni”, enorme mazzo di ampelodesmo; in provincia di Trapani con lungo pellegrinaggio notturno i fedeli bruciavano con le fiaccole le erbe ai margini della strada. La manifestazione più grande si ha a Messina con la cavalcata del Gigante e della Gigantessa, enormi fantocci fatti di cartapesta, chiamati tradizionalmente Cam o Saturno, e Rea o Cibele, e portati in giro per la città.
Anche a Fermo, nelle Marche, la cavalcata dell'Assunta aveva carattere spettacolare: e il culto dell'Assunta si è mantenuto vivissimo anche in Liguria: Genova, ad esempio, le dedicò sul colle di Carignano una grandiosa basilica.
Già nell'antico mondo romano per le “ferie d'agosto” (da cui ha preso il nome la festa) i padroni avevano la tradizione di dare mance ai loro servi, da qui deriva, quindi, il tradizionale comportamento di dare delle mance.
IL PALIO DI SIENA
Durante questa solennità, possiamo assistere a una delle più famose manifestazioni tradizionali: il palio di Siena, che si corre, oltre che il 2 luglio, ricorrenza della Visitazione, anche per la festa della Vergine Assunta, protettrice della città. Secondo un preciso cerimoniale si seguono l'offerta dei ceri alla Vergine, l'estrazione a sorte delle contrade ammesse alla gara (10 su 17) e dei “bàrberi”, e così anche le varie prove fino a quella definitiva che si svolge nel Campo, e preceduta dal corteo col Carroccio recante il “drappellone”, che verrà consegnato alla contrada vincitrice. Il fantino con un “nerbo” di bue eccita il proprio cavallo, ma può anche sferzare la schiena degli altri concorrenti: può succedere che il fantino cada durante la corsa, ma per la vittoria basta che giunga alla meta il cavallo, poiché il Palio è vinto dal cavallo che, dopo tre giri di pista, tagli per primo il segnale di traguardo formato da un bandierine bianco-nero di fronte al palco dei giudici. Un attraente spettacolo offre la “sbandierata” finale. Le 17 contrade, hanno raffigurato sulla propria bandiera, uno stemma simbolico: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Liocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Val di Montone.
IL PALIO MARINARO DI LIVORNO
A Livorno si svolge, il 17 agosto il palio marinaro, e il 30 dello stesso mese, la sagra della Madonna di Montenero con pellegrinaggio di fedeli al colle dove sorge il celebre santuario, ricchissimo di ex-voto d'ispirazione prevalentemente marinaresca.
IL BRUSCELLO DI MONTEPULCIANO
In un’ampia zona della Toscana, che ha il suo centro nel senese, a Capodanno, a Carnevale e a Ferragosto si recita il bruscello, una festa dalle origini assai remote sulla quale A. Cattabiani ha raccolto molte informazioni interessanti. Il nome “bruscello” pare derivi dalla forma dialettale abruscello, cioè ‘arbustello’, ‘alberello’. Questo bruscello veniva appunto trasportato in processione per le strade del paese, e successivamente piantato al centro di uno spazio “sacrale”, dove si svolgeva la rappresentazione drammatica. Essa consisteva essenzialmente nella disputa tra due pretendenti alla mano di una ragazza; in alcune versioni erano presenti altri personaggî, tra cui i due vecchi genitori della ragazza stessa, un “mezzano di matrimoni”, un buffone che inventa scherzi e intrighi e un personaggio autorevole che assegna, alla conclusione della vicenda, la ragazza al pretendente da lei preferito. Uno schema questo, scrive Cattabiani, «che ritroveremo poi nella commedia moderna».
Una particolare rilevanza simbolica nella festa assume proprio l’alberello, il bruscello. Esso è sia “l’albero cosmico”, simbolo di rigenerazione e rinnovamento, ma anche, e più in generale, il “Maggio” di cui scrive Eliade: quell’albero che, a dispetto del suo nome, non ricorre nel solo mese “mariano”, ma in tutto il periodo primaverile ed estivo in un novero interminabile di feste che si ripetono ogni anno in tutta l’Europa. Purtroppo, stando a quanto riferisce sempre Cattabiani, il bruscello di Montepulciano (che si rappresenta appunto a Ferragosto) è il residuo di una tradizione «illanguiditasi negli ultimi decenni e che vale ormai più come rievocazione colta e richiamo turistico nei giorni delle ferie agostane che come rito magico».
LA CONTESA DEL SECCHIO DI SANT’ELPIDIO AL MARE
Questa è una antica tradizione, che narra di una disputa tra donne di diverse contrade per l’acqua di un pozzo. Il gioco fu inventato per sedare la disputa e fissare l’ordine di precedenza per attingere l’acqua. La gara consiste nel gettare un pallone nel pozzo impedendo agli altri di farlo. Ricorda molto la disputa tra Reggio Emilia e Modena con la tradizione della secchia rapita, da cui nasce anche la divisione dei confini, segnata proprio dal fiume Secchia.