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 UN PINGUINO A MANHATTAN di ANNA MARCHISIO

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MessaggioTitolo: UN PINGUINO A MANHATTAN di ANNA MARCHISIO   UN PINGUINO A MANHATTAN di ANNA MARCHISIO EmptySab Dic 17, 2011 8:50 am

UN PINGUINO A MANHATTAN di ANNA MARCHISIO
Quando il capitano dell’aereo annuncia che stanno per iniziare le operazioni di atterraggio Nuuk comincia ad essere assalito dalla paura per la sua nuova vita che sta per iniziare. Sotto di lui c’è New York la città in cui ha desiderato venire per tanto tempo, in cui ha deciso di trasferirsi e di iniziare una nuova vita.
Nuuk è un giovane pinguino imperatore che viveva in un piccolo villaggio dell’Antartide. Stufo di interminabili distese di ghiaccio e affascinato dalla prospettiva di una vita piena di emozioni in una grande città ha preparato la sua valigia ed è partito in cerca di fortuna alla volta di New York.
Ma ora che l’aereo sta per atterrare Nuuk è colto da mille paure e mille incertezze.
Le hostess si affrettano su e giù per il corridoio dell’aereo a verificare che tutto sia a posto e pronto per l’atterraggio mentre Nuuk si guarda intorno spaesato e preoccupato: ci sono tanti altri pinguini su questo aereo, ci sono famiglie intere, coppie di sposini, viaggiatori solitari, uomini d’affari e a lui sembrano tutti così tranquilli e sereni, per nulla preoccupati, mentre lui si sente addosso tanta ansia e tanta paura per questa sua avventura che sta per iniziare.
Ritirata la sua valigia ed espletate le formalità alla dogana Nuuk si avvia verso l’uscita dell’aeroporto. Mamma mia che confusione, quanta gente! Il piccolo aeroporto da cui era partito gli era sembrato enorme ma questo di New York è ancora più grande!
Nuuk si guarda intorno preoccupato, che fare? Deve raggiungere la città. Insomma sono mesi che si documenta e che studia un piano d’azione adesso che è ora di attuarlo si trova impacciato e impreparato. Deve andare subito a prendere il treno e la metropolitana per raggiungere la città. Ma dove? Ma come?
Quanti passeggeri che ci sono e quanta gente che aspetta qualcuno. Ci sono animali con dei cartelli con sopra riportati dei nomi, altri che scrutano l’orizzonte in attesa di vedere un parente, un amico. Che bello sarebbe stato avere un amico a New York! Adesso sarebbe li, in mezzo a tutta quella folla ad aspettarlo.. e lui non dovrebbe preoccuparsi di come fare per raggiungere il centro di New York…invece…
Un gruppo di orsi marsicani attirano la sua attenzione. Mamma mia se sono rumorosi. Tra baci, abbracci, lacrime e risa hanno attirato l’attenzione non solo di Nuuk ma anche di altri viaggiatori. E quanti bagagli! Valige, scatole e scatoloni!!!
- Ehi giovanotto! – Uno degli orsi, quello più grosso del gruppetto rumoroso si è accorto che Nuuk li stava osservano. Nuuk si guarda intorno preoccupato, starà mica dicendo a lui? – Si si.. dico proprio a te… -
- A me? – risponde timidamente Nuuk.
- I tuoi parenti si sono dimenticati di venirti a prendere? – Domanda l’orso marsicano avvicinandosi a Nuuk.
- Io non ho parenti a New York… e nemmeno amici, non conosco nessuno. – E detto questo Nuuk prende la sua valigia e si avvia sconsolato verso l’uscita. Che tristezza essere soli!
- Aspetta ragazzo! Eh lo zio Fred lo riconosce da lontano un nuovo arrivato! – E tendendo la sua zampa pelosa si presenta a Nuuk.
Ma intanto anche gli altri orsi si sono avvicinati e si sono presentati. Oltre allo zio Fred ha conosciuto anche la zia Rosa, la moglie dello zio Fred, la loro figlia Rita ed il nipote Antonio, detto Tony, un orso marsicano più o meno della stessa età di Nuuk. E infine i genitori di Tony, una coppia di anziani orsi appena arrivati in visita a New York.
Che animali strani, pensa Nuuk! Tra baci e abbracci salutano Nuuk quasi fosse uno della famiglia. Sono proprio degli animali strani! Ma sono troppo simpatici! E così facendo, tutta la comitiva si avvia verso l’uscita dell’aeroporto. Nuuk è un po’ imbarazzato ma lo zio Fred non ha ammesso repliche ‘non esiste che un povero pinguino spaesato venga lasciato solo la prima notte a New York, assolutamente no’ e così facendo ha caricato la valigia di Nuuk sul carrellino insieme a tutte le valige ed i pacchi che hanno portato con se i genitori di Tony.
- Da dove vieni? – chiede Tony una volta che tutti hanno preso posto sull’auto dello zio Frank.
- Da un piccolo villaggio dell’Antartide – Risponde Nuuk
- Antartide? Non conosco questo posto, mai sentito… MA SPOSTATI LUMACONE! Che stai andando a fare una scampagnata! – brontola lo zio Fred mentre sorpassa un’auto che procede molto più lentamente della sua!
- Al Polo Sud, papà… - risponde Rita – la geografia proprio non è il tuo forte!!! – E tutti giù a ridere!
- Eh beh.. Nuuk.. direi proprio che vieni da molto lontano! Noi siamo italiani – risponde la zia Rosa – La nostra famiglia è originaria dell’Abruzzo, una regione del centro Italia, conosci l’Italia? -
- Oh si certo.. Torino, Roma, Venezia, Firenze.. la Torre di Pisa, il Colosseo, la pizza.. Ho visto le olimpiadi invernali di Torino alla televisione… Ma non ci sono mai stato – risponde contento Nuuk rispolverando vecchi ricordi di scuola. E così intanto che l’auto viaggia verso il centro di New York: Manhattan, Nuuk e i suoi nuovi amici si conoscono meglio. Lo zio Fred e la zia Rosa sono arrivati a New York tanti tanti anni fa quand’erano ragazzi, proprio come lui. Dopo anni di duro lavoro sono riusciti ad aprire una pizzeria tutta loro a Little Italy, il quartiere italiano di Manhattan. Con loro vivono la figlia Rita ed il nipote Tony, che è approdato a New York qualche anno fa. All’aeroporto sono andati a ricevere i genitori di Tony, venuti direttamente da un piccolo borgo dell’entroterra abruzzese per stare qualche giorno con il loro figlio lontano.
La prima sera in città per Nuuk non poteva cominciare meglio! Sistemata la sua piccola valigia nella camera di Tony, in sala da pranzo lo attende una tavola piena di cose buone da mangiare che Nuuk non aveva mai visto: lasagne, melanzane alla parmigiana, arrosticini e tanti tanti dolci… Pare un pranzo di nozze più che una cenetta in famiglia. Ma quanto mangiano questi orsi!?!
I rumori della città: delle auto in corsa, dei clacson dei taxi, delle sirene delle auto della polizia svegliano Nuuk poco dopo l’alba, tutti questi rumori nel suo villaggio in Antartide non esistevano; eh si.. Nuuk dovrà abituarsi ai rumori della città se vuole vivere a New York!
Nuuk cercando di non fare troppo rumore scende in cucina dove trova la zia Rosa già indaffarata tra i fornelli.
- Buongiorno Nuuk, dormito bene? – Domanda la zia Rosa ad un Nuuk ancora un po’ insonnolito e sotto gli strani effetti del fuso orario.
- Bene… grazie. –
- La vuoi una bella tazza di caffè bollente per svegliarti? – domanda la zia Rosa.
- Grazie.. molto volentieri – Una tazza di caffè è proprio quello che ci vuole per iniziare una nuova giornata.
Ovviamente la zia Rosa non gli prepara solo una bella tazza di caffè fumante ma gli mette sotto il naso anche un bel piatto colmo di dolcetti: una bella fette di crostata fatta in casa, una fetta della torta avanzata la sera prima, biscotti al cioccolato, al miele e al cocco che Nuuk senza complimenti, divora in un baleno. Mamma mia che fame mette la città!
Più tardi lo zio Fred accompagna Nuuk in un ristorante poco lontano dal suo, cercano un cameriere. Nuuk non ha esperienza, ma ha tanta tanta buona volontà ed è disposto ad imparare. E poi ha proprio bisogno di un lavoro, da qualche parte bisogna pur iniziare questa nuova vita a New York.
I giorni passano veloci, Nuuk e Tony diventano sempre più amici, più inseparabili. La sera lavorano entrambi come camerieri in due locali diversi, ma quando non lavorano vanno a divertirsi per la città. Qualche volta prendono il traghetto e vanno fino a Liberty Island: l’Isola della statua della Libertà. Dall’isola si godono il panorama dei grattacieli di Manhattan. Nuuk adora passeggiare intorno alla statua della Libertà che vista da vicino è veramente impressionante, ama sentire l’odore dell’Oceano e sentire le sue piume arruffarsi per il vento. Altre volte invece passeggiano per Central Park, o lungo la quinta strada in mezzo a uomini d’affari e a signore indaffarate con lo shopping. Ogni tanto comperano i biglietti per qualche partita di pallacanestro o di hockey al Medison Square Garden. Tony adora la pallacanestro mentre Nuuk preferisce l’hockey. In Antartide l’hockey è lo sport nazionale, con tutto quel ghiaccio non esiste un solo pinguino in tutto l’Antartide che non sappia giocare ad hockey!
La prima volta che Nuuk è entrato nello stadio, al Medison Square Garden, è rimasto senza parole. Non aveva mai visto uno stadio così grosso, così enorme, quando poi si è riempito di gente, il tifo, le grida dei tifosi per incitare gli atleti lo hanno affascinato quasi più della partita stessa.
- Basta! Non imparerò mai! – e così dicendo Tony esce dalla pista di pattinaggio e si avvia verso casa – Tanto saper pattinare non serve a nulla!!! - Succede così tutte le volte che Nuuk tenta di insegnare a Tony a pattinare sul ghiaccio. Ma come sempre, anche se Tony dice che è l’ultima volta, ci riproveranno di nuovo e di nuovo finirà che Tony lascerà la pista di pattinaggio arrabbiato perché non riesce a fare una cosa tanto semplice. Per Nuuk è così facile scivolare sul ghiaccio, così semplice, così naturale, possibile che Tony non ci riesca?
Ed è in uno di questi pomeriggi mentre Nuuk tenta disperatamente di insegnare a Tony i rudimenti del pattinaggio che hanno conosciuto Morten, un castoro pressappoco della loro età, con cui hanno fatto amicizia. Da allora sono diventati un terzetto praticamente inseparabile.
E così il tempo passa e i giorni sembrano durare sempre troppo poco, i nostri tre amici si divertono un mondo insieme e sembrano amici da una vita.
Nuuk, lavora sempre al ristorante, anche se finalmente ha scoperto quello che vuole fare nella vita. Gli è venuta quest’idea una sera che è andato a teatro con Tony e Morten. Sono andati a vedere un musical a Broadway. Era il compleanno di Morten e volevano regalargli una cosa speciale, unica. Così hanno risparmiato per alcune settimane per comperare i biglietti di un musical di cui Morten parlava spesso. A dirla tutta la sorpresa era per Morten ma anche Nuuk e Tony non erano mai stati a teatro per cui la sorpresa è stata per tutti e tre. Così la sera della rappresentazione si sono vestiti con il loro abito migliore, sono andati tutti e tre felici e incuriositi a teatro. Hanno fatto la fila insieme ad altri animali trepidanti come loro di accomodarsi in sala per assistere allo spettacolo e alla fine hanno lasciato il teatro sognanti ed estasiati. La musica, i balli, i canti, tutto li ha eccitati, catturati e affascinati. Di ritorno a casa lungo la strada Nuuk ha detto ai suoi amici: - ragazzi… ho capito cosa voglio fare nella vita! -
- Cosa? – domandarono in coro Morten e Tony.
- L’attore! Reciterò in un musical!!! Diventerò una star del teatro, girerò il mondo e farò sognare la gente! –
- L’ATTORE?!?!? Tu? In un musical? Ma se non sai nemmeno ballare. – Morten è sempre pronto a riportare i suoi amici sognatori alla realtà.
Già.. Nuuk non sa ballare… ma è capace di cantare? E no.. a parte qualche canzoncina per Natale cantata ai tempi della scuola non si poteva certo dire che fosse un esperto in materia.
- Imparerò – Sentenziò Nuuk.
Che sarà mai, qualche lezione di danza, qualche lezione di canto, qualche lezione di recitazione e … sarebbe diventato anche lui un grande attore, avrebbe firmato autografi ai suoi fans, ricevuto ceste di frutta ed enormi mazzi di fiori in camerino e per strada la gente lo avrebbe riconosciuto e salutato. - Ahi Ohi Ahi Ohi … ahi che botta … ohi ohi - si lamentò Nuuk.
Eh si.. Nuuk era talmente assorto nei suoi pensieri e catturato dai suoi sogni di gloria che non aveva visto il palo davanti a lui andando direttamente a sbatterci contro. Certo che i suoi amici… invece di avvisarlo per tempo lo hanno lasciato andare a sbattere per poi ridere a crepapelle! Che burloni che sono! Ma insieme si divertono proprio un sacco!
E così, una volta deciso cosa fare, a Nuuk non rimase che iniziare a risparmiare per poter racimolare i soldi per iscriversi in una di quelle scuola di recitazione che ci sono in città.
Il lavoro di cameriere proseguiva bene, Nuuk se la cavava discretamente, ma… il signor Jack, il proprietario del ristorante, non è proprio un tipo simpatico e tanto meno gentile, è capace di rimproverare il personale per un nonnulla con il ristorante pieno di clienti.
Da pochi giorni è stata assunta una nuova cameriera, Ilulissart, una bellissima fenicottero rosa. Nuuk non ha mai visto una così bella fenicottera e il suo cuore batte ogni volta che lei gli rivolge la parola.
Successe che una sera nel ristorante si presentò a cenare un importante personaggio d’affari molto conosciuto nel quartiere, una iena con lo sguardo severo e pieno di rabbia . Aveva la fama di essere uno senza scrupoli non solo sul lavoro ma anche nella vita. Si diceva che avesse un caratteraccio e avesse sempre da ridire su tutto e tutti. Era accompagnato da una gallina tutta piume e trucco, una di quelle che si vedono sulle copertine dei giornali di moda.
Avere questo cliente nel proprio ristorante poteva essere una cosa positiva se il cibo ed il servizio fossero stati di suo gradimento, ma poteva anche essere una cosa negativa se qualcosa andava storto: avrebbe fatto di tutto per far chiudere il locale.
E come sempre accade quando le situazioni non sono semplici il compito di servire questa iena importante e la sua gentile accompagnatrice fu assegnato ad Ilulissart che era ancora un po’ troppo nuova del mestiere per un cliente così importante e pericoloso.
Le cose andarono bene fin quando Ilulissart non gli servì il secondo. - Che cos’è questa roba!?!? – Domanda la iena scocciata.
- Quello che avete ordinato, signore – Risponde timidamente Ilulissart
- Io avrei ordinato questo!?!!?! – Esclama con fare severo il cliente –
portatelo via subito e portatemi quanto ho ordinato… questo piatto non è mio –
- Ma signore.. avete ordinato le scaloppine al limone, queste sono scaloppine al limone – Obietta Ilulissart, cercando di salvare la situazione.
- Io ho ordinato una sogliola al limone!! Vi pare forse una sogliola questa!!! Non lo vedete!!! Siete forse cieca!!! – E per rafforzare il suo disappunto la iena battè forte un pugno sul tavolo facendo cadere il bicchiere colmo di vino sulla tovaglia pulita. Il rumore ruppe il brusio di voci nella sala e tutti i presenti, clienti e camerieri, si voltano a guardare Ilulissart e il suo cliente arrabbiato.
- Signore… voi avete ordinato le scaloppine, volevate la sogliola al limone ma poi mi avete fatto correggere l’ordinazione quando vi ho portato il primo – Ilulissart è sicura l’ordinazione è giusta lei non ha sbagliato. – comunque se vuole modifico nuovamente l’ordinazione, se ha un attimo di pazienza le faccio preparare la sogliola -
- Ma come ti permetti! Io so cos’ho ordinato, non ho di certo bisogno che me lo dica una cameriera! – urla la iena arrabbiata – e sono stufo di aspettare, in questo posto siete lenti LENTI LENTI… Il servizio fa schifo!! Dov’è il direttore????? VOGLIO PARLARE CON IL DIRETTORE!! –
E mentre la iena urla tutto il suo disappunto attirando la curiosità anche del personale in cucina che si affaccia in sala per capire la causa di tutto questo trambusto, il direttore del locale si fa spazio tra i tavoli con fare preoccupato. Per il direttore questo è un cliente importante, non può di certo permettersi di perderlo o di giocarsi la reputazione del suo ristorante per una cameriera alle prime armi che non sa stare al suo posto, così con fare deciso ed autoritario, fissando dritto negli occhi Ilulissard gli comunica che è licenziata! Che altro poteva fare?
Ilulissart rimane sbalordita, non ha fatto niente di sbagliato, prova ad aprire il becco per far valere le sue ragioni ma forse non ne vale la pena. Si slega il grembiule, lo posa su una sedia e sconsolata, sotto gli occhi di tutti, si avvia verso la porta del ristorante.
- Non potete farlo, non è giusto – Una voce in fondo alla sala, quella di Nuuk, si alza in difesa della povera Ilulissart!
- Io faccio quello che mi pare! Stai al tuo posto pinguino se non vuoi fare la stessa fine – risponde il direttore con fare severo ed arrabbiato.
Tutti i clienti e tutto il personale hanno assistito alla scena, il direttore non può di certo fare la figura dello smidollato, lui è il capo e lo devono rispettare tutti, pinguini compresi.
- Non ce n’è bisogno! Sono io che me ne vado! – E così dicendo Nuuk si avvia verso l’uscita raggiungendo la povera Ilulissart sconsolata.
Questo è stata proprio una giornataccia per tutti e due e oltre tutto quello che è successo è proprio un bel guaio! Ilulissart e Nuuk si rendono subito conto che adesso sono senza lavoro e questo è un bel problema, dovranno subito trovare un altro lavoro. Da dove iniziare? Intanto se ne vanno insieme a prendere una bella di cioccolata, per tirarsi un po’ su il morale che non è proprio dei migliori, e chissà che dopo la situazione sembrerà meno brutta di quello che gli sembra adesso. Più tardi Ilulissart convince Nuuk a salire sulla terrazza panoramica dell’Empire State Building, il grattacielo più alto di New York. Ilulissart ci va spesso, tutte le volte che si sente sola o quando qualcosa le va storto. Le piace vedere la città dall’altro, i grattacieli e le auto piccole piccole per le strade, dice che da quell’altezza riesce a riflettere meglio. Dal canto suo Nuuk è sempre riuscito ad evitare questa gita inventando le scuse più diverse, ma questa volta non sa proprio come fare per evitare di prendere l’ascensore, non può di certo dire ad Ilulissart che ha paura di salire in ascensore!?! Così, comperati i biglietti segue zitto zitto Ilulissart e come spesso succede con molte paure, una volta partito l’ascensore Nuuk si rende conto di quanto infondati e stupidi fossero i suoi timori.. anzi.. è quasi divertente! Ed una volta sulla terrazza Nuuk rimane completamente a bocca aperta, o meglio con il becco aperto. La vista è semplicemente sublime. Ilulissart aveva ragione, è veramente un bel posto.
E così dall’alto della città Ilulissart e Nuuk hanno modo di conoscersi meglio e scoprire che entrambi sognano le luci dei teatri di Broadway. Ilulissart è venuta a New York anche lei per diventare un’attrice di Broadway. Per anni in Namibia, il paese dov’è nata e cresciuta, ha studiato canto, danza e recitazione. Circa un anno fa è partita con l’intenzione di partecipare a qualche audizione e di ottenere una parte in un musical.
- Audizione? Ma ne hai già fatte? – Domanda Nuuk..
Nuuk per ora ha solamente deciso di voler fare l’attore ma non è andato oltre all’aver preso questa decisione e qualche opuscolo di qualche scuola di recitazione.
- Oh si.. ne ho già fatti parecchi, ma non mi hanno ancora presa – Risponde Ilulissart e così inizia a raccontargli l’esperienza delle sue audizioni, le prove, i preparativi e alla fine promette a Nuuk di insegnargli qualche passo di danza.
Ma per ora il problema più grosso è trovare un nuovo lavoro. Tutte le mattine Nuuk controlla gli annunci di lavoro sul giornale, telefona, si presenta ai colloqui ma non succede nulla. Lo zio Fred si è offerto di trovargli un altro ristorante dove fare il cameriere ma per ora pare che nessuno abbia bisogno di altro personale.
- No no no.. non devi fare così.. segui me – spiega Ilulissart.
Come succede ormai da tanto tempo Ilulissart e Nuuk si trovano in un angolo di Central Park per le lezioni di danza. Ilulissart volteggia nell’aria con innata grazia, mentre Nuuk per quanto impegno ci metta non riesce a combinare molto.
- Ah ah ah ha…. Mi sembri mio zio Fred quando ha alzato un po’ il gomito – Ogni tanto Tony assiste alle lezioni, seduto sulla panchina osserva Ilulissart danzare e Nuuk tentare di imitarla, ma non si trattiene mai dal fare commenti –
Ah ah ah ah.. Mamma mia che spasso! Che ridere! Ma perché non ti dai al teatro comico!!! Al cabaret!! Sei meglio delle comiche in TV!!! –
- Vorrei vedere cosa sai fare tu che ridi tanto… mica è facile.. che ti credi… – si difende il povero Nuuk dopo l’ennesima piroetta non riuscita.
- Eh ti farei sfigurare.. noi orsi marsicani abbiamo il ballo nel sangue – Risponde orgoglioso Tony, ma sarà vero?
- Come il pattinaggio su ghiaccio? – E giù tutti e tre a ridere.
Eh si.. Tony, nonostante i tentativi di tutto il gruppo e non solo di Nuuk non è ancora riuscito ad imparare a pattinare sul ghiaccio, appena i suoi amici lasciano le sue zampe tempo qualche secondo e si trova con il posteriore sul freddo ghiaccio! Eh no.. il pattinaggio non fa proprio per Tony. - Ragazzi ragazzi.. vi ho trovato un lavoro – correndo con un foglio in mano Morten raggiunge gli amici e tutto trafelato racconta di aver trovato loro un lavoro: un’agenzia di pubblicità cerca dei giovani per fare volantinaggio, ossia per distribuire i volantini pubblicitari in giro per la città. Non è un granché ma è sempre un lavoro, ed è sempre un inizio.
E così tra una distribuzione di volantini e l’altra si arriva a Natale. La città si tinge dei colori della festa e le vetrine dei negozi si riempiono di colori natalizi. Passeggiare per la quinta strada è un tripudio di colori e di immagini Natalizie! Ilulissart non smetterebbe mai di farlo! Che bella festa è il Natale, tutto sembra più bello, più semplice e tutti sembrano essere più felici, più buoni. Il Natale è proprio un bel momento.
In casa di Tony sono tutti in fermento per questa festa, la zia Rosa non fa altro che pensare a quello che dovrà cucinare, alla lista della spesa, all’albero di Natale da addobbare, al presepe da preparare e ai regali per gli amici e i parenti. Anche Ilulissart sembra essere stata colta da questo clima natalizio. Appena ne ha l’occasione porta i suoi amici in giro per negozi, le piace osservare gli addobbi per l’albero di Natale, i festoni colorati, le ghirlande, perfino i tovagliolini di carta o le candele. Ilulissart è proprio affascinata e catturata da tutti questi colori, questi oggetti e le piace girare tra gli scaffali cercando di scovare curiose statuine di Babbo Natale. Nuuk e i suoi amici invece non amano troppo questo gironzolare per i negozi e appena Ilulissart non se ne accorge ne approfittano per darsela a gambe lasciandola da sola a fare shopping.
Intanto anche per Nuuk è arrivato il momento di pensare ai regali, al Natale. Trovare un regalo per i suoi amici non è stato facile, soprattutto per Ilulissart. Per lei voleva qualcosa di speciale, di unico. Ha girato talmente tanto per i negozi da farsi venire male alle zampe ma alla fine è riuscito a trovare un bel ciondolo a forma di stella, le piacerà sicuramente e sul suo lungo collo farà un figurone. Ha anche comperato qualcosa per la sua sorellina lontana, glielo ha spedito per posta ma avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia quando apriva il pacco. Questo è il primo Natale che festeggia lontano da casa e questo gli mette un po’ di tristezza.
Mancano ormai pochi giorni al Natale, e mentre tutti sono in fermento e in eccitazione per questa festa Nuuk è malinconico, triste. Pensa sempre più spesso alla sua famiglia lontana, ai suoi genitori, alla sorella Hopper. Hanno sempre trascorso il Natale insieme e quest’anno sono migliaia di chilometri lontano da lui. Avrebbe voluto andare a casa per le feste ma i soldi che guadagna con non sono sufficienti per pagare un biglietto aereo fino in Antartide e non può nemmeno invitare la sua famiglia a trascorrere il Natale a New York perché divide ancora la camera con Tony. Certe volte pensa a cosa ne sarebbe stato di lui se non avesse incontrato Tony e la sua famiglia all’aeroporto. Lo hanno accolto come un figlio senza nemmeno conoscerlo. Che gente meravigliosa che sono! E’ stata una fortuna incontrali.
Un pomeriggio Nuuk se ne sta tutto solo seduto su una panchina a Central Park in uno dei suo angoli preferiti, è totalmente assorto nei suoi pensieri che non se ne accorge quando i suoi amici lo raggiungono.
- Che c’è? Perché sei così triste? – Gli domanda Morten
- Nulla, niente – Risponde Nuuk, è talmente sconsolato che non ha nemmeno voglia di parlare con i suoi amici e si alza per andarsene.
- Nuuk su non fare così, resta qui… presto sarà Natale… - Ilulissart cerca di richiamarlo indietro.
- Ecco appunto.. .Natale.. e io sono lontano dalla mia famiglia – E così dicendo se ne va lasciando i suoi amici stupiti.
- Ma cos’ha? – domanda Morten
- Mah.. non capisco.. è sempre così allegro e adesso sono un po’ di giorni che è giù di morale - Osserva Tony.
- Ragazzi ho paura che senta la nostalgia della sua famiglia – spiega Ilulissart.
- Già.. ieri lo diceva a mia zia Rosa che questo sarà il primo Natale lontano da casa, dai suoi genitori. Cosa possiamo fare per tirargli su il morale? –
- MMhhh.. vediamo.. che ne dite di un musical? Gli piacciono tanto… - Propone Morten.
- Non so, magari una bella partita di pallacanestro al Medison – Suggerisce Tony.
- Quella interessa a te! – Risponde Ilulissart
- E allora cosa possiamo fare? –
E così pensa e ripensa e finalmente Ilulissart ha un’idea.
- Ascoltate ragazzi… ho l’idea giusta.. dunque… -
E finalmente è arrivato il giorno di Natale. In casa di zia Rosa e zio Fred c’è un gran fermento. Dalle prime luci dell’alba la zia Rosa si è chiusa in cucina: ci sono enormi pentole sul fuoco, teglie nel forno e deliziosi profumi di cibo che si diffondono per la casa.
Lo zio Fred canticchia per la casa canzoni di Natale, e Tony, che di solito dorme fino a tardi e uscito di casa prestissimo senza dare nessuna spiegazione a Nuuk. Che strano, di solito si confida sempre con il suo amico. Ma in fondo Nuuk è contento così. Tony avrebbe potuto anche chiedergli di accompagnarlo e lui oggi non è proprio in giornata, non ha voglia di uscire, non ha voglia di festeggiare. Pensa continuamente alla sua famiglia lontana, alla loro casa nel piccolo villaggio in Antartide. Pensa alla mamma che avrà sicuramente cucinato le sardine come piacciono a lui. A sua sorella Hopper che avrà addobbato l’albero di Natale e a suo padre che avrà sistemato con cura la legna nel caminetto. Dopo pranzo si sarebbero tutti seduti intorno al caminetto e avrebbero aperto i regali insieme. Chissà se sua sorella avrà già ricevuto quello che lui gli ha mandato. Avrebbe voluto chiamarla per telefono, per chiederglielo ma poi se il regalo non era ancora arrivato le avrebbe rovinato la sorpresa. D’altra parte nemmeno lui aveva ancora ricevuto i regali da parte della sua famiglia, a ben pensarci.. non si saranno mica dimenticati di mandarglieli? Non si saranno già dimenticati di lui?
- Nuuk Nuuk… sveglia… è una bellissima giornata– esclama la zia Rosa entrando nella camera per sollecitare Nuuk ad alzarsi.
Anche se non ne ha nessuna voglia Nuuk si alza, si lava, si veste e si rassegna a dover festeggiare il Natale. In fondo la famiglia di Tony è sempre stata buona con lui, non presentarsi al pranzo di Natale non sarebbe giusto e come direbbe suo padre ‘sarebbe da irriconoscenti’. Così cercando di sembrare meno triste di quello che è, si avvia silenzioso in sala da pranzo.
Ma dove sono tutti? La sala da pranzo è vuota, sul tavolo ci sono piatti da portata pieni di cibo, ma dove sono tutti? La tavola non è nemmeno apparecchiata. Dov’è lo zio Fred, la zia Rosa, Rita e Tony? Dove saranno andati?
- Ma cosa fai qui tutto solo… siamo di sotto, nel salone della pizzeria– Esclama lo zio Fred entrando nella sala da pranzo e vedendo Nuuk tutto solo – Avanti ragazzo.. manchi solo più tu… Mmmhhh dove avrà messo i salatini Rosa… -
- Sono sul tavolo… sul tavolo… possibile che non vedi mai niente – Ribatte la zia Rosa entrando nella stanza e poggiando una zampa sulla spalla di Nuuk gli dice – su Nuuk, andiamo a festeggiare questo Natale -
Per il corridoio si sente un gran vociare e tante risa. Ma quanta gente è stata invitata? Pensa Nuuk, e meno male che la zia Rosa aveva detto che era un pranzo intimo solo per i membri della famiglia. Tutta questa confusione fa pensare che gli invitati in sala da pranzo siano molte di più e non solo i membri della famiglia. Staremo a vedere….
Appena Nuuk apre la porta del salone si trova davanti ad una lunga tavola apparecchiata. Ci sono tante belle candele colorate tutte accese e disposte in centro al tavolo, alcune le riconosce, sono quelle che Ilulissart aveva comperato alcuni giorni prima. In piedi davanti a Nuuk ci sono i suoi amici che gli sorridono divertiti: Tony, Morten e Ilulissart. Nuuk si dirige verso di loro per salutarli, per abbracciarli. Che stupido che è stato a non voler festeggiare il Natale, la sua famiglia è lontana ma anche qui ha una famiglia e degli amici che gli vogliono molto bene.
Ma cosa succede… ci sono altri animali dietro ai suoi amici. Lentamente Ilulissart e Morten si spostano lasciando così a Nuuk lo spazio per vedere chi sono i nuovi ospiti.
- Mamma … Papà… Hopper!!!! – Urla felice Nuuk.
Davanti a lui ci sono i suoi genitori, suo papà con il berretto di lana sulla testa, la mamma con la borsetta delle feste e Hopper con il maglione che gli ha mandato per Natale. Che sorpresa! Che bellissima sorpresa!
Tra saluti, baci, abbracci, presentazioni, racconti e aneddoti e anche qualche lacrima di commozione ha inizio la prima festa di Natale di Nuuk a New York, una festa di Natale veramente speciale.
- Che sorpresa! Ma come avete fatto! – Domanda Nuuk appena tutti si sono accomodati ed hanno iniziato a mangiare.
- Sono stati i tuoi amici ad invitarci – Spiega la mamma di Nuuk – Questa mouse è deliziosa! Rosa devi proprio darmi la ricetta –
- Oh certo.. .ma non è nulla di difficile. Devi prendere 3 etti di … - inizia a spiegare la zia Rosa.
Nuuk guarda i suoi amici che gli sorridono felici, è stata proprio una bella sorpresa, una gran bella sorpresa.
- Grazie ragazzi! Siete stati grandi! – ringrazia Nuuk
- Di niente Nuuk, ti avevamo visto molto triste e volevamo fare qualcosa per farti sorridere – precisa Ilulissart.
Già.. questo si che è un Natale speciale, pensa Nuuk! Più di sei mesi fa quando è venuto in questa città era solo, spaventato, preoccupato. Quando aveva lasciato il suo villaggio non aveva di certo immaginato le persone meravigliose che avrebbe incontrato, gli amici che avrebbe conosciuto, le esperienze che avrebbe fatto, le avventure, certo anche le delusioni e i guai ma non avrebbe mai immaginato che non sarebbe stato solo ad affrontare tutto questo. Seduti ad un capo del tavolo ci sono suo padre e lo zio Fred che discutono di pesca, hanno trovato una passione che li accomuna, mentre sua madre e la zia Rosa si scambiano consigli e ricette di cucina. La sua sorellina Hopper e Rita chiacchierano come se fossero state amiche da sempre, e lui.. se ne sta seduto in mezzo ai suoi amici. Questo si che è un Natale speciale, tutta la sua famiglia, i suoi amici, tutte le persone che gli vogliono bene sono sedute intorno a questo tavolo. Non poteva sperare in un Natale migliore. Non può che dire: BUON NATALE A TUTTI QUANTI!
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UN PINGUINO A MANHATTAN di ANNA MARCHISIO
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