Mancavano ormai pochi giorni al Natale quando la piccola Agata decise che era venuto il momento di scrivere una bella lettera a Babbo Natale. Di solito, lei e il suo papà si mettevano al tavolo della cucina e insieme scrivevano questa lettera per Babbo Natale, ma quest’anno il papà era lontano per lavoro e non sarebbe rientrato se non il giorno di Natale, inoltre da quest’anno Agata sapeva scrivere tutta da sola la sua letterina. Eh si questi sono i miracoli della seconda elementare!
Agata vive in un quartiere di una periferia cittadina, una di tante, dove ci sono tanti palazzi, un po’ di verde e qualche supermercato. Circa due volte alla settimana, lei e la sua mamma vanno insieme a fare la spesa al supermercato che si affaccia proprio sulla piazza dove si affaccia anche il loro condominio. Ad Agata piace fare la spesa, le piace girare per le corsie del supermercato e vedere tutte le scatole colorate, i barattoli perfettamente in fila, la frutta ben disposta ed ogni volta ne approfitta per convincere la mamma a prendergli qualche caramella o qualche dolcetto. Da un po’ di tempo davanti al supermercato c’è un ragazzino, un extracomunitario, con il suo piccolo carico di fazzolettini di carta per i clienti del supermercato. Ogni tanto quando escono dal supermercato si avvicina anche a lei e alla sua mamma. Qualche volta la mamma gli lascia l’euro del carrello, un’altra volta gli ha acquistato dei fazzolettini di carta, altre volte semplicemente gli passano davanti senza dirgli niente come fanno tante e tante altre persone.
Adil, questo è il nome del ragazzino davanti al supermercato, viene da lontano, da un paese dove il sole è sempre alto in cielo e l’inverno non è così freddo come quello in questa periferia cittadina. E’ arrivato in Italia, come tanti altri clandestini, in compagnia di uno zio. Suo padre è malato, è rimasto in patria e lui, essendo il maggiore di 5 figli è partito con lo zio in cerca di fortuna lontano da casa. Per ora la fortuna non è ancora arrivata, è troppo giovane per lavorare nei cantieri come lo zio, in questo paese alla sua età si può solo andare a scuola, per cui non gli è restato altro che lavare vetri ai semafori o vendere qualcosa davanti ai supermercati. Da alcuni mesi lavora, se così si può dire, davanti a questo supermercato di periferia. C’è un gran via vai di gente, ogni tanto qualcuno si lascia aiutare a portare le borse, a riportare il carrello al suo posto e così rimedia un pochi euro da queste attività, altre volte qualcuno gli acquista un po’ della sua merce ma il più delle volte la gente lo tratta con indifferenza quando non lo guarda in malo modo quasi con disprezzo.
Non è lui che ha scelto questa vita. Certe volte guarda i bambini uscire dal supermercato con le loro mamme, li vede scartare una merendina, ridere e scherzare con la loro mamma. Anche lui vorrebbe rivedere il sorriso della sua mamma, sono mesi che non la vede, vorrebbe mangiare una fetta dei loro dolci tradizionali, giocare al pallone in strada con gli altri bambini, ridere e scherzare con le sue sorelle, insomma anche lui vorrebbe una vita da bambino, da ragazzino e invece gli è toccato di crescere troppo in fretta. Alle volte il mondo è proprio ingiusto.
Agata è una bimba curiosa, come lo sono tutte le bimbe della sua età. Vede Adil ogni volta che escono dal supermercato e ha iniziato a chiedersi chi fosse e alla fine ha chiesto alla sua mamma. Perché questo bambino è li, come mai non va a scuola, non va a fare la spesa con sua mamma, dove sono i suoi genitori. Non è stato facile per la mamma di Agata spiegare chi fosse Adil, che cosa rappresentasse e perché il nostro mondo civile permette che a questi bambini venga negata l’infanzia. Non è stato facile spiegare ad una bambina che se si nasce nella parte sbagliata di mondo la propria vita non è fatta di bambole e cioccolato ma di povertà e miseria, non è stato facile ma la mamma di Agata ci ha provato lo stesso e forse ci è riuscita. Ora ogni volta che escono dal supermercato Agata saluta Adil e qualche volta gli ha offerto metà delle caramelle che la mamma gli aveva appena comperato.
Quest’anno il tempo è stato birichino. Non solo ci sono stati giorni di pioggia e di neve intensi ma anche di freddo molto pungente e le temperature sono spesso scese sotto lo zero anche di giorno. Adil avvolto in una giacca non proprio invernale con un vecchio paio di jeans troppo leggeri per il mese di dicembre passeggia sempre davanti al supermercato con il suo carico di merce. Ha freddo, se sta fermo vicino alla panchina come fa d’estate, il freddo diventa insopportabile, così passeggia su e giù per la piazza. Non ha mai sentito così tanto freddo ma questo paese è così….
Oggi è la vigilia di Natale e il via vai al supermercato è stato più intenso del solito, ma la gente era tutta indaffarata e di corsa, pochi si sono fermati a pensare a lui, nessuno si è fermato a pensare che domani sarà Natale anche per lui.
Sulla panchina, sulla sua panchina, vicino alla sua poca merce in vendita qualcuno ha lasciato un pacchetto con della carta rossa ed un bel fiocco color oro. C’è un foglietto con il suo nome. Si guarda intorno, non vede nessuno, non c’è nessuno. E dire che è sempre stato qui vicino, com’è possibile che non si sia accorto di nulla? Chi mai potrà aver lasciato questo regalo con lui, chi mai potrà aver pensato proprio a lui. Sconcertato ma felice si siede sulla panchina, prende in mano il suo bel pacco ed inizia a scartarlo.
Dalla finestra della sala da pranzo Agata e la sua mamma osservano curiose la scena. Adil scarta il pacco, è sorridente, forse è felice. Lo vedono togliere il nastro, strappare la carta e aprire la scatola. Ci trova un bel paio di guanti di lana blu, un bel berretto, una grossa sciarpa ed anche un caldo maglione e qualche dolcetto per festeggiare il Natale. Il cappello finisce subito sulla sua testa e anche il resto lo indossa subito, con il freddo che fa è proprio un regalo prezioso. Si guarda intorno ma non vede nessuno, non sa chi ringraziare. Guarda le sue mani ricoperte da questi caldi guanti blu, le gira e le rigira, sono proprio belli!
Agata sorride felice alla sua mamma. E con un grande senso di orgoglio la mamma di Agata stringe ancora nella tasca la piccola lettera che Agata ha scritto a Babbo Natale e che le aveva chiesto di spedirla:
“Caro Babbo Natale, davanti al supermercato dove vado a fare la spesa con la mia mamma c’è un bambino un po’ più grande di me. Si chiama Adil. E’ sempre li davanti, è sempre solo. La mia mamma mi ha spiegato che non è fortunato come me, che non ha una casa bella come la mia, i genitori che lavorano e che gli comperano i vestiti e i giocattoli. Insomma penso sia povero, sia solo, mi spiace tanto per lui, non puoi aiutarlo tu?
Quest’inverno fa tanto freddo, ma proprio tanto e a me sembra che lui abbia molto freddo. La sua giacca non è bella come la mia e non ha nemmeno guanti e berretto. Volevo chiederti se puoi mandargli un regalo, fargli avere una bella sciarpa grande, come quella di mio cugino Luca, un paio di guanti di lana come i miei e anche il berretto come il mio. Insomma mi chiedevo se potevi portargli un regalo perché non abbia tanto freddo a stare li fuori tutto il giorno.
Ah dimenticavo… il giorno di Natale il supermercato è chiuso e anche di sera, quindi se potresti portargli il regalo il giorno della Vigilia, così lo può indossare per Natale. Se sai dove abita puoi anche portarlo a casa sua ma io non lo conosco il suo indirizzo, non so dove abiti.
In cambio di protetto che sarò buona tutto l’anno e non ti chiedo niente per me. In fondo io ho già tante cose mentre lui non ne ha nessuna. Grazie Babbo Natale… Agata”