Comunità religiosa derivante dal movimento hussita. Allorché papa Pio II nel 1462 annullò i «Compactata», un gruppo di hussiti, che avevano già mal sopportato tali patti, si ribellarono a Roma, capeggiati da Pietro Chelcicky. I Fratelli Boemi seguirono la dottrina di Huss, condannarono il giuramento e gli onori concessi a qualsiasi ufficio, ed insegnarono che i ricchi dovevano amministrare i loro beni per i poveri. Nella riunione di Lhotka (1467) adottarono solennemente quella dottrina, e si chiamarono «Unitas Fratrum» od anche Fratelli Boemi. Nel 1535, sull’esempio dei luterani, che avevano presentato la confessione di Augusta, formularono la Confessio fidei ac religionis, detta «Confessione boema», suddivisa in venti articoli contenenti dottrine di Huss e di Lutero. Nel 1575 presentarono, prima all’imperatore Massimiliano II (1564-76) poi al suo successore Rodolfo II (1576-1612) una nuova confessione di fede in 25 articoli. In quest’epoca curarono la traduzione della Bibbia detta di Kralickz. Agli inizi del XVII secolo si schierarono a favore dell’elettore Federico contro l’imperatore Ferdinando II (1619-37). Sconfitti nella battaglia della Montagna Bianca (1620) si dispersero, e molti si ritirarono in Polonia con il celebre Comenius. Lì vennero accolti dal conte Zinzendorf, che li chiamò Fratelli Moravi e li spinse verso le missioni. I Fratelli Boemi sono stati i primi protestanti ad avviare l’attività missionaria.